Come Dio comanda Pubblicato nel 2006, Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti è il vincitore del Premio Strega 2007, riconoscimento letterario gestito dalla Fondazione Bellonci. Sullo sfondo di una desolante periferia si snodano le vicende di Rino e Cristiano Zena, padre e figlio con il loro complesso legame, e quelle degli amici Danilo Aprea, segnato dalla morte della figlia di tre anni e dall’abbandono della moglie, e Corrado, detto Quattro Formaggi per la sua insana passione per la pizza ai quattro formaggi. Cristiano, di tredici anni, cresce con il padre nazista che ha voluto tenere questo figlio quando la donna che lo aveva partorito aveva deciso di andarsene. Passa le sue serate con donne occasionali, in una casa che sembra un porcile, bevendo e accompagnandosi dei due amici. Danilo, abbandonato dalla moglie dopo la morte della figlioletta di tre anni, progetta di svaligiare un bancomat nella piazza centrale del paese di Varrano, per poter così avere i soldi per rifarsi una vita e riconquistare la moglie. Oltre a Rino, coinvolto nel piano è anche Quattro Formaggi, ritardato mentale pieno di tic, che ha come più grande passione la costruzione di un enorme presepe i cui personaggi sono giocattoli trovati al parco giochi. La notte in cui è programmato il colpo, scoppia la “tempesta del secolo”, e avviene una serie di eventi tragici, che cambierà le vite di tutti e quattro i personaggi principali, e coinvolgerà altri personaggi secondari (in particolare Fabiana, una ragazzina che frequenta la stessa scuola di Cristiano, e Beppe Trecca, l’assistente sociale che si occupa del caso dei due Zena). Rino e Cristiano sono una famiglia, perché la madre se n’è andata e loro vivono soli e sono uniti da un amore profondo, ma è anche un amore intriso di sopraffazione e violenza, di culto della forza e spirito di sopravvivenza. Il loro rapporto è al centro del racconto. Cristiano potrebbe essere un adolescente come tanti, ma è Rino a non essere un padre come gli altri: disoccupato, emarginato, violento, alcolista, tenuto sotto controllo dall’assistenza sociale che minaccia di revocargli la custodia del figlio. Rino tuttavia ama Cristiano e si dedica a lui: con tenerezza, con affetto vero lo educa alla violenza e al culto della forza. Con i suoi amici Danilo e Quattro Formaggi non costituisce soltanto un trio di balordi, ma un vero e proprio clan, appassionato e affettuoso, che si prende cura del ragazzo. Alle loro vicende si intrecciano quelle della ragazzina di cui Cristiano è segretamente innamorato, Fabiana, e della sua amica Marina. Queste due adolescenti simbiotiche entrano nella storia e sono raccontate come un po’ sbandate, a cui nella vita non manca veramente nulla, se non forse dei genitori capaci di costituire in qualche modo un punto di riferimento. Una notte sarà decisiva per le vite di tutti loro: in quella notte la grande tempesta sconvolgerà la pianura sradicando alberi e scoperchiando capannoni industriali e trascinerà tutti i protagonisti della vicenda verso l’occhio del ciclone… Personaggi di forte spessore, che colpiscono per la loro sorprendente umanità, l’ambientazione suggestiva e allo stesso tempo realistica, la trama dal ritmo incalzante e dai risvolti imprevedibili, la capacità di tratteggiare un ritratto vivace e grottesco della società contemporanea, sono questi gli ingredienti del romanzo di Niccolò Ammaniti, che è destinato a un successo non minore dei suoi precedenti. Rino, Danilo e Corrado annaspano nella loro esistenza, travolti dall’odio per chi è diverso da loro o solo più debole e succubi delle paure, delle incertezze, della vita stessa. Vengono cacciati dal cantiere dove lavorano perché il figlio del vecchio titolare ha assunto degli extracomunitari per pagarli di meno. E proprio come una vera banda, escogitano un modo per uscire da quella miserevole situazione e dare finalmente una svolta alla loro vita: decidono di scassinare un bancomat. Ma la notte in cui è programmato il colpo, in cui i fiumi straripano e il fango sembra seppellire ogni speranza, dalle tenebre emerge una ragazzina bionda che sprigiona una forza oscura e finisce per cambiare per sempre i loro destini… Quattro formaggi ucciderà la ragazza perché gli ricorda un’attrice di un film porno che ha trovato al parco e che vede tutti i giorni. Rino nel tentare di salvare l’amico ha un ictus. Cristiano cerca di salvare il padre e nasconde il corpo della ragazza perché non vuole credere che suo padre abbia ucciso la sua compagna di scuola…. Il tono si alza e tiene incollato il lettore fino alla fine: finchè Cristiano e Rino si ritrovano più uniti e forti di prima. E’ proprio nel buio delle aspirazioni dei personaggi che popolano il romanzo che Ammaniti riesce a cogliere la luce che li anima e che ce li rende familiari fino a farceli amare. Nella cieca brutalità della vita o nella sua cruda normalità, sono anche loro creature che cercano il proprio dio. Questo romanzo, come accaduto per altre precedenti opere dello scrittore, ha provocato differenti reazioni sia tra il pubblico sia tra i critici letterari. Accoglienza certamente positiva è stata quella del regista Gabriele Salvatores che ha deciso, come accaduto per il precedente Io non ho paura (nel 2003), di trarne un film. Gli irragionevoli, spietati e istintivi personaggi di Ammaniti sono legati tra loro da sentimenti, a volte incomprensibili, di amore e solidarietà , ma terribilmente offuscati dall’emarginazione, dall’ignoranza e distorti dalla solitudine. Sono individui, per quanto disgustosi e violenti, alla ricerca del proprio Dio. La suggestiva ambientazione, la naturale capacità dello scrittore di dipingere in maniera grottesca e vivace una parte di questa nostra società, il linguaggio crudo, ma scorrevole e fluido e infine la profonda umanità con cui i personaggi vengono descritti rendono questo romanzo avvincente e complesso. Ho letto tutto d’un fiato il libro, appena uscita dall’ospedale dopo un’operazione e credo fermamente che Come Dio comanda non faccia che confermare lo straordinario talento narrativo di Ammaniti. A cinque anni dallo strepitoso successo di Io non ho paura, diventato Niccolò Ammaniti torna a far parlare di sé con un nuovo romanzo che, oltre a raccontare la storia di un ragazzino e suo padre, ci restituisce anche un ritratto dell’Italia d’oggi, con le sue trasformazioni, le sue contraddizioni, le sue brutture. In un paesaggio di desolanti periferie: siamo in un paese immaginario del Nord-Est italiano (il film è stato girato in un luogo non identificato della regione Friuli Venezia Giulia) partiamo dall’inizio: allora il libro di Ammaniti è molto coinvolgente puramente noir basato su questo rapporto padre/figlio, ma la storia è molto più complessa ci sono dei personaggi che non vengono presi in considerazione. Attraverso le parole di Ammaniti si capiscono il perchè di alcuni atteggiamenti che nel film sono raccontati semplicemente da uno sguardo. Devo fare i complimenti a Salvatores perchè come al solito riesce con la sua telecamera a rendere questo film un ottimo prodotto. il rapporto tra figlio/padre è riportato in modo quasi fedele e le scene così scure rendono molto l’idea del noir tipico. certo non compare nel film Danilo, nè l’idea di svaligiare il bancomat. bravi gli attori soprattutto Elio Germano in Quattro Formaggi e Filippo Timi nel ruolo di Rino. Ottima partecipazione di Fabio de Luigi nel ruolo dell’assistente sociale. La scena finale padre/figlio è forse quella più forte che colpisce in modo totale lo spettatore. non voglio svelare troppo perchè il libro secondo me va letto!!!! E ovviamente il film va visto! il connubio Salvatores/Ammaniti spero non si fermi e ci regali ancora molte emozioni!

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