Giovanni Scifoni ci regala una bellissima piéce teatrale, scritta ed interpretata dal giovane attore “Guai a voi ricchi. Papà era cattocomunista”, che non è altro che la riflessione sulla religione, il peccato, passando per la storia dai martiri, ai grandi pensatori.. Scifoni che è vincitore del premio “I teatri del sacro 2011”, conduce lo spettatore in questa riflessione partendo da un nastro dove giovani studenti parlano di Dio, dei sacerdoti, del cattolicesimo e del comunismo. L’attore getta sul palco un sacco pieno di oggetti ed inizia da la “Lotta di classe”, un gioco d’infanzia per cercare in bandolo della matassa tra dubbi e ricordi. Il suo grande merito è quello di affrontare la fede nella secolare dicotomia tra comunismo e cattolicesimo, in una dottrina storico-filosofica che ha caratterizzato molti anni della nostra storia Scifoni, attraverso una scenografia di luci soffuse, ceri, racconta l’Italia degli anni ’60 e ’70 passando per i cambiamenti che ha portato il Concilio Vaticano II, all’impegno fuori e dentro la Chiesa. L’attore da parola a diversi personaggi: un giovane catechista del Nord, un ragazzo fiorentino, un proletario romano con un padre comunista. Racconta la storia di sacerdoti latinoamericani, muovendosi per il Guatemala, la Colombia con preti che hanno lottato per diffondere il messaggio di Dio, passando per Samt’Agonisto e San Giovanni Crisostomo.. L’attore intreccia bene tutti questi passaggi e provoca il pubblico con domande che arrovellano la propria coscienza.. domande che da 2.000 anni coinvolgono la natura umana Che cosa vuol dire far parte del Regno di Dio? La ricchezza è un peccato? I cattivi che fine faranno? Perdonare è sinonimo di viltà? Cristo perdona e mi libera dal mio peccato… e quello degli altri? Il filo conduttore è il perdono: con quest’ultimo il male resta impunito? Lo spettacolo è sicuramente frutto di un ottimo lavoro svolto da Scifoni e tornerà in scena dopo pasqua a Roma. Bellissimo.

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