(Usa, 2009) Regia: J.J. Abrams Con: Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana, Simon Pegg, Winona Ryder, Zoe Saldana Distribuzione: Paramount Pictures Durata: 126′ Data di uscita: 08-05-2009 Parlare di Star Trek non è una cosa facile. Ma il film sicuramente vale di essere visto. In questo periodo che sequel, prequel e remake impazzano oggi più che mai a Hollywood, il caso Star Trek è sicuramente diverso, come può apparire anche all’occhio più distratto. Si sta parlando di un autentico caposaldo della cultura degli anni 60, che non ha ancora cessato di affascinare e conquistare adepti da oltre 40 anni a questa parte, con un appeal paragonabile solo a quello suscitato da Guerre Stellari di George Lucas, altro classico nonchè “rivale” nel loro genere. Inoltre, al timone della regia, troviamo un personaggio eclettico come J.J. Abrams, che di recente ha conquistato un vastissimo pubblico televisivo con serie cult come Alias e soprattutto l’ultrapremiata Lost. Sulla carta, l’operazione di Abrams non era certo semplice, a dir poco rischiosa, anche per la necessità di tornare a catturare l’appeal della serie originale (nata in un contesto storico e culturale molto lontano da quello attuale) adattandola alla sensibilità e ai mezzi moderni, che non rispondevano a quel fascino ingenuo, un po’ naif, che caratterizzava i viaggi dell’Enterprise e del suo equipaggio. Sorprendentemente, però, il risultato è decisamente positivo, merito soprattutto di un’intelligente sceneggiatura (opera dei fidati Roberto Orci e Alex Kurtzman), che anziché limitarsi a raccontare l’origine e la formazione dei personaggi, mescola abilmente presente e futuro, in un gioco a incastri che appassiona lo spettatore. Operazione riuscita, che si integra con la storia originale: il paradosso del viaggio nel tempo e del conseguente cambiamento del passato giustifica le incongruenze, rendendole anzi funzionali alla trama. Incongruenze che, è bene dirlo, non modificano i caratteri dei personaggi, ai quali al contrario lo script si accosta con rispetto: è ben descritta la radicale differenza di carattere tra i due protagonisti (ribelle e impulsivo il capitano Kirk, razionale ma incapace di eliminare la componente emotiva il vulcaniano Spock), ben narrata la loro iniziale rivalità, destinata a trasformarsi presto in un’amicizia sincera ancorché competitiva. Il tema del viaggio nel tempo permette così di “sdoppiare” il personaggio di Spock, facendo tornare l’anziano Nimoy, ormai settantottenne, al ruolo che gli diede fama mondiale; in una complessa storia di formazione, coraggio e vendetta. Fa il resto una solida regia, che alterna divertenti scene d’azione a un uso del digitale sempre funzionale alle esigenze narrative, riuscendo anche a non far sfigurare il look inevitabilmente retrò dei costumi (le tute dei protagonisti sono riproposte in modo fedele) in un’estetica comunque decisamente moderna. Anche gli interpreti principali appaiono in grado di soddisfare i palati dei fans di vecchia data: il Kirk di Chris Pine coglie bene la natura (e la trasformazione) del personaggio nel corso della storia, mentre il “nuovo” Spock interpretato da Zachary Quinto (noto per il suo ruolo nella serie televisiva Heroes) si confronta col vecchio senza timori reverenziali, seguendo bene l’approccio al personaggio della sceneggiatura. Anche Winona Ryder, nel pregnante ruolo della madre dell’ufficiale vulcaniano, fa il suo, e lo fa bene. Anche i miti hanno cominciato da piccoli. Tenetevi forte, l’Enterprise riparte: infilandosi, a velocità di curvatura, nella scia di un cinema contemporaneo sempre più tentato (da Batman agli X-Men) dalle origini. Perché tornare indietro, a volte, è l’unico modo per andare avanti… Nel 2300 circa, a bordo della nave spaziale Enterprise, un gruppo di volonterosi si addentra nel complesso di sconosciute energie che costituiscono un terribile nemico che si sta dirigendo verso il pianeta Terra. Tanto da riprendere un episodio di un vecchio serial TV (79 episodi, 1966-68). Spock che bacia Uhura, Kirk che fa a pugni nei bar, McCoy in fuga da un’ex moglie troppo avida: tolta la polvere (di stelle, ovviamente…) e soprattutto gli anni dalle spalle degli eroi della serie tv più amata di sempre, J.J. Abrams riporta per l’undicesima volta sul grande schermo la serie tv più amata di sempre, ricominciando però – con un’operazione che si rivela in buona parte vincente -, dall’«anno zero». Cinetico e anticonformista, l’ultimo «Star Trek» (o il «primo» se preferite…), aggiornata la fantascienza umanista e multirazziale di Roddenberry al dinamismo e ai tempi odierni, rilegge con affetto gli ormai celebri protagonisti della saga intergalattica trasformandoli in «absolute beginners», debuttanti dello spazio che hanno l’età dei trentenni. Alla prima missione, per niente amici, il geniale e freddo (ma meno di quel che pensa…) Spock e uno scapestrato Kirk, ancora ben lontano dal potersi fregiare dei gradi di capitano, condividono il viaggio inaugurale dell’Enterprise, partita in soccorso del pianeta Vulcano, attaccato da una nave romulana che arriva direttamente dal futuro… Umano ma non troppo, il film di «Star Trek» si snoda tra inseguimenti giurassici, effetti più che speciali «stellari» e realtà parallele -, rompe le righe consegnando un’efficace aurea ribelle a Kirk e compagni, giovani felicemente e sopratutto fuori dagli schemi: le avventure dell’Enterprise, complice anche un montaggio robusto, ripartono con rinnovato entusiasmo. Abrams, decisamente più interessato alla crescita dei personaggi che non all’intreccio, ha più di un asso (a partire dal vecchio Spock – interpretato dal mitico Leonard Nimoy – destinato a incontrare se stesso da giovane…) nella manica e la sua voglia di giocare spesso Devo dire che a me il film è piaciuto molto, con l’ora e mezza che si dipana in maniera omogenea, divertendo e non annoiando mai. La trama è ben congeniata e dopo un pò di smarrimento per i salti temporali, tutto torna lineare. Gli attori scelti credo siano perfetti per le parti, non c’è nessuno fuori posto e ognuno ha il suo momento di gloria, in una coralità che è positiva per il film. Forse a chi è fan della serie “Heroes” verrà un pò da ridere al primo impatto con Zachary Quinto (alias Sylar) nei panni e sopratutto nelle orecchie di Spock, ma passato il primo inpatto tutto ok.Probabilmente qualche fan esageratamente conservatore lo boccerà, ma d’altro canto riuscirà sicuramente a guadagnarsi nuovi Fan fra quelli che non avevano mai seguito ne visto prima le avventure della USS Enterprise. E non è un caso che un sequel sia già in cantiere…

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